Dalla mia mamma
Lettera della tua mamma pubblicata sul sito AIFVS www.vittimestrada.com - Opuscoli delle Memorie, 13° volume, 8 Settembre 2012.
Era una bella giornata di Agosto, nonostante per te fossero giorni di vacanza e nonostante la sera prima fossimo andati a letto un po' tardi, perchè eravamo stati ad una festa di compleanno, ti sei alzata presto e ci siamo salutate con il solito bacio prima che la tua mamma andasse al lavoro.
Prima di uscire di casa mi sono voltata di nuovo e ci siamo lanciate un altro bacio e ti ho detto :”A dopo”.
Quel dopo non c’è mai stato.
Erano le 13,00 circa di un soleggiato 4 agosto 2010 quando la tua meravigliosa vita di bambina è stata travolta e spezzata da chi, distratta non so e non saprò mai da cosa, non si è
fermata alle strisce pedonali che tu stavi attraversando a piedi. Avevi sulla tua destra la tua biciclettina che tenevi con le manine, il nonno ti stava venendo incontro ed era anche lui sulle
strisce.
Non c’erano altre macchine su quella strada, c’era una visibilità perfetta su quel tratto di strada rettilineo in pieno centro abitato. Eri visibile da oltre 100 assurdi metri, nessun ostacolo
alla vista!
Eri quasi arrivata al centro della strada - mancava uno solo dei tuoi piccoli passi - ma non ti è stato permesso di arrivare dall’altra parte, a casa dei tuoi amati nonni, che si affaccia proprio
su quelle strisce pedonali.
Nessuna frenata, sei stata trascinata per 30 metri.
Abbiamo trascorso la notte più lunga e buia della nostra vita davanti alla porta della Terapia Intensiva perchè il tuo forte cuoricino aveva voluto resistere un po’ ma la mattina successiva ci
hai dovuto lasciare per sempre.
Poco dopo hanno cercato di darti una parte di colpa, inventandosi che tu avessi attraversato le strisce pedonali in sella alla tua biciclettina e non a piedi! Falsità, comode
menzogne.
Forse speravano che il nostro dolore ci impedisse di combattere per la verità e per farti avere giustizia.
Ancora oggi mi chiedo perchè hanno voluto farci così tanto male senza il minimo rispetto per il nostro immenso dolore. Non potremo mai dimenticare né perdonare!
Io e papà abbiamo dovuto trovare la forza ed abbiamo combattuto per te, perchè meritavi Rispetto.
Noi che abbiamo basato la nostra vita sull’onestà, noi attenti da sempre al Rispetto degli altri e delle regole, ci siamo ritrovati immensamente offesi e storditi dalle falsità che
per mesi hanno accompagnato la tua fine. Lo siamo ancora, lo saremo per sempre.
Eri una bambina davvero speciale ed ora tutti devono sapere che tu non hai avuto nessuna colpa e che il processo penale si è concluso con la VERITA’.
La sentenza è chiara:
“La conducente della Panda, non rendendosi conto della presenza di Matilde non riduce la propria velocità nonostante fosse visibile anche il nonno di Matilde in procinto di
oltrepassare lo stesso tratto di strada...Probabilmente la signora R....... per qualche ragione si è distratta senza mantenere la vista lungo la direzione di marcia della propria vettura. I
pochi istanti trascorsi senza diretto controllo del mezzo di cui era alla guida sono stati determinanti nel causare l’urto con la bambina. Si può affermare che Matilde al momento dell’urto con la
vettura, non si trovava in sella alla propria bicicletta. Quest’ultima affermazione trova i suoi incontrovertibili riscontri nelle chiare osservazioni svolte dal CTU, osservazioni basate
sull’esame della posizione del corpo della bambina e sulle fratture dalla medesima riportate”,
in conclusione è stata evidenziata e dimostrata
“l’esclusiva responsabilità della signora R....... nella determinazione del sinistro stradale che sarebbe stato evitabile solo se la medesima avesse posto la dovuta attenzione alla
guida”.
Queste sono le esatte parole oramai indelebilmente scritte nella sentenza emessa dal Tribunale di Perugia.
Quella donna ti ha ucciso con la sua distrazione, quella donna sta vivendo la sua vita normale. Quella donna può ancora abbracciare e ridere insieme alle sue figlie ...... IO
NO.
Nonostante la accertata completa responsabilità e la indiscussa gravità del fatto a quella donna la patente è stata sospesa per soli 4 mesi (nemmeno subito, ma dopo ben due mesi! ) e
le è stata inflitta una pena di 30 mesi che con il patteggiamento si sono ridotti a 20.
Le nostre leggi inadeguate ed irrispettose delle Vittime permettono tutto questo.
Inutile dire che, in Italia, per chi uccide sulla strada 20 mesi di carcere si traducono nella realtà in un immediato ritorno alla normalità. Normalità che invece a noi sarà per sempre
negata.
Sono passati 2 anni e 1 mese da quel maledetto giorno e quando ripenso a quei momenti mi sembra di non riuscire a respirare e mi sembra che il mio cuore arrivi alla gola e mi
impedisca di respirare. Ricordo la telefonata, il mio disperato viaggio in macchina verso l’ospedale, il trasferimento all’altro ospedale, l’interminabile attesa davanti alla sala operatoria,
l’elenco dei danni che il tuo corpicino aveva dovuto subire, la disperazione, l’impotenza, il senso di vuoto.
Il dolore che provo è così terribile e asfissiante che mi sembra di impazzire ..... ma purtroppo non è così, non sono impazzita ed è per questo che il dolore è ancora più forte e
straziante.
Mi manchi così tanto piccola mia!
Le giornate iniziano e finiscono ma senza il calore dei tuoi sorrisi, senza la luce dei tuoi occhi e senza il suono delle tue parole non sono più luminose, armoniose e calde.
Non c’è più gioia e serenità nel mio cuore e nella mia mente ...... solo tanta angoscia, una profonda angoscia.
L’estate è diventata insopportabile perchè porta con sé un’aria di vacanza, spensieratezza, leggerezza, gioia .... tutte sensazioni che ci sono state tolte e negate per sempre, ci sono state
strappate via per sempre insieme a te.
Nella nostra casa e nella nostra vita c’è un grandissimo vuoto incolmabile.
Non so se un giorno ci sarà consentito di stare ancora insieme e di stare per sempre abbracciate ...... per ora so solo che non sei più qui con me, a tenermi la mano quando andiamo a
passeggio, a corrermi incontro quando torno a casa, ad abbracciarmi e stringermi forte, a cantare con il tuo papà, a ballare e a cantare, a giocare con me a Monopoly, a fare collane di perline, a
leggere a me e al tuo fratellino i libri che ti piacevano tanto, a ridere e a parlare con me.
Non ti è stato permesso di crescere, non ti è stato permesso di vivere, non ci è stato permesso di continuare ad essere felici.
Tutto questo è stato causato da quella che in molti chiamano una “banale” distrazione alla guida, da quella che per me è invece una gravissima, imperdonabile e soprattutto evitabile
distrazione.
Siamo stati condannati a vivere senza di te il resto delle nostre vite e se proprio dobbiamo farlo, vogliamo farlo ricordandoti sempre e comunque e ricordando a quanta più gente possibile quanto immenso, incancellabile e irreparabile è il dolore che segue l’uccisione di una figlia.
E’ per questo che ho voluto scrivere queste righe ed anche perchè la tua è una morte ingiusta e indegna causata da un comportamento irresponsabile e distratto alla guida di un’auto e ....... questo lo voglio gridare perchè non si può e non si deve morire così.
Con tutto il nostro amore
la tua mamma e il tuo papà